Esportazioni in Egitto ed obbligo di utilizzo del credito documentario
Alessandro Russo

La Banca centrale egiziana (CBE) a seguito della circolare del 13 febbraio 2022 riguardante la disciplina delle operazioni di importazione, ha proibito l’utilizzo del CAD come mezzo di pagamento per le importazioni introducendo l’obbligo per le imprese egiziane di utilizzare, salvo le deroghe espressamente previste, esclusivamente il credito documentario. In risposta alle rimostranze inizialmente espresse dalle associazioni datoriali, la Banca Centrale Egiziana è intervenuta indicando alcune linee guida per la concessione di fidi alle imprese (per consentire l’emissione di lettere di credito) e in merito ai costi di commissione (con l’obiettivo di renderle molto simili ai costi bancari previsti per le operazioni CAD).  E’ la CGC (Credit Guarantee Company) il soggetto deputato al sostegno finanziario delle imprese, in particolare delle PMI egiziane, al fine di garantire il portafoglio delle banche per la parte non coperta dal rischio e consentire quindi un aumento dei limiti di credito.

Come anticipato, sin dal principio sono state previste alcune deroghe e infatti l’obbligo non si applica alle seguenti operazioni:

  • Alle importazioni di modico valore, ove per modico valore si intende un valore massimo pari a 5000 dollari (o valore equivalente se in altra valuta);
  • Alle importazioni di medicinali, vaccini e/o principi attivi necessari alla produzione locale degli stessi;
  • Alle importazioni di tè, carne e prodotti a base di pollame, pesce, grano, olio, latte in polvere, latte artificiale per neonati, lenticchie, burro e mais;
  • Alle importazioni effettuate da filiali di società estere e loro controllate con sede in Egitto per acquisti dalla casa madre o per operazioni di acquisto infra gruppo;
  • Alle importazioni di merci effettuate (cioè effettivamente spedite) prima dell’entrata in vigore della nuova procedura.

Successivamente all’entrata in vigore della normativa, nel mese di maggio, ulteriori deroghe sono poi state concesse, ad esempio per i soggetti importatori egiziani che risultano qualificati come “Produttori”. Tale deroga prevede infatti l’utilizzo del CAD per le importazioni di “input di produzione e materie prime”.  Purtroppo, data la genericità del linguaggio utilizzato nella summenzionata definizione, non sempre è facile distinguere se il prodotto esportato in Egitto possa o meno rientrare nella deroga concessa e neanche gli importatori egiziani sono sempre in grado di interpretare se il prodotto oggetto del contratto rientri o meno nell’obbligo.

Al fine di evitare l’insorgere di criticità è pertanto utile assicurarsi, prima di effettuare qualsiasi esportazione in Egitto con pagamento diverso dalla lettera di credito, verificare cosa effettivamente prevede la legge egiziana in riferimento al prodotto esportato. È da considerare inoltre che la CBE, con molteplici circolari di cui l’ultima dello scorso 6 Giugno 2022, ha fornito una serie di chiarimenti utili (a titolo esemplificativo cosa si intende per società controllata da società straniera, se è utilizzabile la Stand -By Letter of credit in luogo del credito documentario classico, altri chiarimenti specifici riguardanti singole domande ricevute) sull’applicazione dell’obbligo in oggetto.

Non potendo in questa sede elencare tutte le risposte fornite dalla Banca Centrale Egiziana, e data la possibilità di ulteriori interventi da parte della stessa nel prossimo futuro, si consiglia di monitorare costantemente il sito della CBE egiziana (della quale si riporta di seguito il link) al fine di verificare ulteriori cambiamenti: https://www.cbe.org.eg/en/BankingSupervision/Pages/Circulars.aspx

Purtroppo si segnala che  le circolari sono riportate in lingua araba ed è necessario provvedere ad idonea traduzione.

Per quanto riguarda le imprese italiane l’istituzione dell’obbligo di Lettera di credito per le importazioni in Egitto potrebbe addirittura risultare vantaggiosa in quanto con tale strumento si abbatte il rischio credito, fermo restando però la necessaria competenza nell’utilizzo di tale strumento e ponendo particolare attenzione alla fase relativa all’analisi delle condizioni  riportate nel credito, dai documenti richiesti alla regolamentazione delle spese, in modo da evitare che poi, in presenza di riserve sollevate dalle banche, possa risultare compromesso il buon esito della transazione.