Finanza sostenibile e politiche green: quali sfide per le imprese?
Alessandro Russo

Sempre più spesso si sente parlare di finanza sostenibile con continui accostamenti alle politiche ESG tanto care all’Unione Europea ma molto spesso le imprese hanno le idee confuse e non riescono a comprendere come agire al fine di poter implementare progetti green che possano essere finanziati attraverso nuove forme di finanziamento orientate, per l’appunto, a criteri di sostenibilità del progetto.

I fattori di tipo ambientale, sociale e di governance societaria (ESG) avranno un impatto sempre maggiore sui criteri di finanziamento delle imprese: in un prossimo futuro le banche, anche nel concedere finanziamenti ordinari, effettueranno la valutazione tenendo conto di quanto l’impresa richiedente sia allineata con le suddette logiche. In sostanza, se l’impresa richiedente un finanziamento non dimostrerà di aver orientato le proprie strategie verso il rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale e non solo, verrà considerata un’impresa a rischio e soggetta ad un’involuzione o, peggio all’insolvenza. Ed è questo il punto sul quale si vuol richiamare l’attenzione: mentre le imprese di medie o grandi dimensioni si stanno adeguando, tante PMI del tessuto imprenditoriale italiano continuano a rimandare l’approfondimento su tali temi rischiando poi di arrivare in ritardo agli obiettivi prefissati dall’UE rispetto ai propri competitors.

In particolare, per finanza sostenibile si intende l’applicazione del concetto di finanza sostenibile all’attività finanziaria, avente lo scopo di orientare i finanziamenti e la raccolta di capitali verso progetti caratterizzati da aspetti marcatamente ambientali e di medio lungo periodo come, ad esempio, la riduzione delle emissioni (emissioni zero), la tutela delle biodiversità piuttosto che temi sociali quali il rispetto dei diritti umani.

Anche i finanziamenti agevolati, sia nazionali che comunitari, sono oggetto di attenzione. Basti pensare che molti bandi di finanziamento già prevedono il requisito denominato “do not significant harm” (DNSH) come requisito per la finanziabilità di progetti presentati sia da enti pubblici che da imprese.

Il mondo della finanza è in continua evoluzione e si sente parlare sempre più di “Green Bond”, termine con il quale si intendono titoli obbligazionari in chiave green, e che sicuramente diverranno accattivanti sul mercato dei titoli. A livello comunitario sia la BEI (Banca Europea per gli Investimenti) sia il FEI (Fondo Europeo per gli Investimenti) hanno già approvato per l’Italia finanziamenti per diversi miliardi di euro a sostegno di progetti Green.

Per le imprese diviene quindi necessario adeguarsi e cominciare a pensare un riposizionamento delle proprie attività orientato ai valori ESG al fine di mantenere alto, anche in futuro, il livello di competitività per affrontare le sfide dei prossimi decenni.