L’attività portuale in Europa recupera i livelli pre-pandemia
Michele Lenoci

Il peso dell’attività economica nei porti migliora e sta già tornando ai livelli pre-pandemia. Un rapporto Eurostat indica che nel 2022 il peso totale delle merci marittime in tutti i paesi dell’UE è stato stimato a 3.480 milioni di euro, con un aumento dello 0,8% rispetto all’anno precedente. Il danno economico che la pandemia ha causato al settore aveva provocato un calo del 7,3% nel 2020. Più positivo è stato invece l’anno fiscale 2021, che ha recuperato il 3,9% del calo registrato rispetto all’anno precedente. Nel 2022 le rinfuse liquide hanno rappresentato il 37% del totale delle merci movimentate nei principali porti europei. Inoltre, il rapporto rileva che la categoria merceologica più numerosa è quella del carbone, del petrolio e del gas naturale. La maggior parte delle merci dell’UE (67,5%) sono state trasportate da o verso porti al di fuori dei suoi confini, rendendo il trasporto marittimo, in termini di tonnellaggio, il modo più comune per spostare le merci. D’altro canto, i trasporti transfrontalieri tra porti dell’UE hanno rappresentato il 21,2% dei movimenti totali nel 2022; mentre il trasporto tra porti nazionali è stato del 7,5%. L’attività nei Paesi Bassi conferma la tendenza degli anni precedenti. Il Paese ha continuato a guidare la classifica europea nel trasporto merci anche nel 2022. I porti di questo Paese (Rotterdam, Amsterdam e Zelanda) hanno movimentato 565 milioni di tonnellate di merci (nove milioni in più rispetto allo scorso anno), che hanno rappresentato il 16% del volume totale delle merci trasportate via mare. Rotterdam, con 427 milioni di tonnellate, Anversa-Bruges, in Belgio (254 milioni), Amburgo, in Germania (103 milioni), sono stati i porti più importanti in termini di mobilità. Questi tre porti rappresentano più di un quinto del totale europeo (22,5%)