Da anni i media parlano dell’opportunità “Balcani” per le imprese ed effettivamente numerosi sono stati gli imprenditori italiani che per molteplici ragioni, non da ultimo il basso costo del lavoro, si sono avventurati in iniziative, sia commerciali che produttive, in tutta l’area balcanica. Negli ultimi tempi in particolare si parla della Serbia, paese che, a causa delle vicissitudini politiche era sino ad ora rimasto ai margini degli interessi imprenditoriali italiani. Nonostante il regime di Milosevic appartenga al passato, spesso le imprese sono restie ad investire in Serbia per il timore di disordini o comunque di dover fronteggiare una nuova svolta nazionalista che vedrebbe compromessi eventuali investimenti. Come avremo invece modo di poter analizzare nel prosieguo dal punto di vista normativo il contesto è molto favorevole e numerose sono le iniziative predisposte dal governo serbo per attrarre gli investitori stranieri.
Dal punto di vista della promozione numerose sono state le iniziative istituzionali sia del governo italiano che di quello serbo al fine di stimolare la cooperazione tra il tessuto imprenditoriale italiano e quello serbo. Da ultimi segnaliamo a titolo di esempi l’incontro “Italia-Serbia: opportunità di business per le aziende italiane in Serbia” tenutosi presso il Centro Universitario di Bertinoro (FC) in Emilia Romagna oppure l’apertura di uno sportello operativo da parte di Unindustria Bologna nella capitale serba Belgrado.
È opportuno segnalare come il contesto sia favorevole in quanto il sistema giuridico serbo consente agli operatori una tutela effettiva ed efficace degli investimenti stranieri e le leggi di matrice socialista sono ormai un lontano ricordo essendo intervenute, negli ultimi anni, numerose riforme in tutti i settori. Si tenga presente che la Serbia orbita giuridicamente nel mondo del Civil Law e questo favorisce la comprensione degli istituti da parte degli operatori sia per quanto riguarda il diritto dei contratti che per quanto riguarda il diritto societario. Un principio base della legge sui contratti è costituito dal riconoscimento dell’autonomia delle parti e dalla possibilità di scegliere, nei contratti internazionali, la legge applicabile, il foro competente nonché la possibilità di sottoporre il contratto ad arbitrato internazionale in caso di controversia. Per quanto riguarda la vendita internazionale la Serbia aderisce inoltre alla Convenzione di Vienna del 1980.
È da segnalare che nel maggio 2009 è entrata in vigore in Serbia la nuova legge sulle transazioni commerciali internazionali che ha istituito l’Agenzia per gli investimenti stranieri e la promozione delle esportazioni. Scopo della legge è quello di avvicinare la legislazione nazionale sia agli standard dell’Unione Europea sia del WTO. Altro aspetto interessante della nuova legge è la semplificazione delle procedure per l’ottenimento delle licenze per l’importazione e l’esportazione con l’intento di rimuovere quelle che di fatto hanno costituito sinora delle barriere all’entrata per gli operatori commerciali stranieri.
Per quanto riguarda la protezione della proprietà intellettuale la Serbia ha ratificato tutte le principali Convenzioni internazionali in materia (Berna, Parigi, Madrid) oltre a numerosi provvedimenti di tipo nazionale intervenuti a partire dal 2004.
Sul versante invece della disciplina degli investimenti stranieri segnaliamo come la legge del 2006 abbia previsto la totale equiparazione dell’investitore straniero a quello nazionale e la possibilità di poter rimpatriare i profitti senza limitazioni. La legge sugli investimenti stranieri prevede che, in caso di modifiche della legge intervenute successivamente alla costituzione e registrazione della società o alla stipula del contratto, si applichino le norme previste dall’atto costitutivo o comunque dalla legge in vigore al momento della registrazione, così come l’investimento straniero, sia esso di tipo greenfield piuttosto che di acquisizione di quote, non può essere soggetto ad espropriazione se non in casi previsti dalla legge e richiesti dall’interesse pubblico. In tali residuali ipotesi di espropriazione comunque sarà dovuto all’investitore un indennizzo non inferiore al valore di mercato.
Dal punto di vista dell’amministrazione della giustizia, fermo restando le possibilità sopra segnalate per la risoluzione delle controversie, si consideri che a partire dal gennaio 2010 è entrata in vigore la riforma del sistema di amministrazione della giustizia che ha come obiettivo quello di assicurare una più celere tutela ed ha riformato il sistema dei tribunali; inoltre qualora le parti di un contratto non abbiano intenzione di utilizzare l’arbitrato internazionale, si segnala che è stata istituita presso la Camera di Commercio Serba di Belgrado la “Foreign Trade Court of Arbitration” la quale prevede, per le parti, la possibilità di stabilire specifiche regole di procedura da seguire, nominare arbitri specializzati, applicare le norme UNCITRAL. Le decisioni di tale organo hanno natura vincolante.
Dal momento che sono previsti notevoli investimenti nelle infrastrutture (molti dei quali finanziati da organismi internazionali quali BERS, World Bank, UE attraverso apposito fondo IPA per i paesi in pre-adesione) si segnala come in Serbia le norme FIDIC siano riconosciute ed utilizzate in tema di appalti e come questo rappresenti un ulteriore vantaggio in quanto tali norme garantiscono l’applicazione di regole standardizzate.
Anche dal punto di vista degli obblighi di tipo contabile, si segnala come la legge nazionale serba preveda l’applicazione dei principi internazionali IAS e IFRS.
Da quanto sinora esposto si evince come effettivamente la Serbia costituisca un mercato interessante per le imprese non solo di grandi dimensioni (casi di successo sono stati Pompea, Calzedonia, Amadori e da ultimo la prossima entrata della Fiat) oppure per il sistema bancario e assicurativo (sono presenti Banca Intesa, Unicredit, Generali), ma anche e soprattutto per le PMI italiane le quali, soffrendo a causa di una crisi congiunturale senza precedenti, a volte “azzardano” investendo in mercati lontani, mercati che richiedono invece una struttura finanziaria più robusta ed una cultura d’impresa che spesso viene considerata secondaria, ma che invece costituisce il principale fattore di successo dell’internazionalizzazione. Ad avviso di chi scrive potrebbero invece sfruttare, nel caso della Serbia, il vantaggio di una legislazione tutto sommato favorevole, di una pressione fiscale inferiore e non da ultimo della presenza di zone franche (interessante quella della città di Subotica vicino al confine con Ungheria e Croazia), fattori questi che consentono notevoli vantaggi competitivi ed allo stesso tempo, grazie alla breve distanza dall’Italia, un maggiore controllo dell’investimento effettuato.