Il settore agroalimentare europeo mostra resilienza di fronte alla crisi
Michele Lenoci

L’ultima relazione sulle prospettive a breve termine nel settore agroalimentare pubblicata dalla Commissione europea indica che questo settore sta resistendo relativamente bene alla crisi e che si sta adattando in modo efficiente alle nuove circostanze, caratterizzate da interruzioni logistiche e aumento della richiesta. In effetti la chiusura del settore alberghiero e della ristorazione insieme a una maggiore tendenza allo stoccaggio “stanno avendo un impatto diretto sui produttori agroalimentari”. La domanda di prodotti agroalimentari di base come pasta, riso o frutta e verdura in scatola ha registrato un notevole aumento, mentre la domanda di beni di maggior valore, come carne di manzo, vino o formaggi speciali, che vengono consumati normalmente fuori casa, ha subito un grave deterioramento e deve adattarsi ai nuovi modelli di consumo. Pertanto, ad esempio, nonostante il fatto che le vendite al dettaglio di vino siano aumentate, si prevede che gli effetti negativi della chiusura di bar e ristoranti avranno un impatto significativo sul loro consumo, in particolare quello dei vini più costosi, fino a ridurlo di un 8% rispetto alla media registrata nell’UE negli ultimi cinque anni e che le esportazioni diminuiranno del 14% nel 2019/2020. D’altro canto, nel caso di prodotti suini e pollame, si prevede che la produzione e gli acquisti continueranno ad aumentare leggermente.