Chat GPT è l’acronimo di Chat Generative Pre-trained Transformer.
Lanciato nel novembre 2022 da OpenAI, con sede a San Francisco, Chat GPT è un’Intelligenza Artificiale (IA) generatrice di testo che ha generato oltre 1 milione di utenti in 24 ore dalla messa online.
Messo a punto con tecniche di apprendimento automatico (di tipo non supervisionato), ottimizzato con tecniche di apprendimento supervisionato e per rinforzo, è stato sviluppato per essere utilizzato come base per la creazione di altri modelli di machine learning.
Il 14 marzo 2023 è stata annunciata l’introduzione di GPT- 4, ovvero un modello multimodale su larga scala che può accettare input di immagini, video, audio, testo e produrre output di testo.
Per usare Chat GPT è sufficiente collegarsi a chat.openai.com e attivare gratuitamente un account.
Si può scegliere se impiegare la propria mail oppure abbinarvi l’account Google oppure Microsoft.
Quali sono i suoi possibili utilizzi?
Un primo uso di Chat GPT è per la generazione di testi del tutto simili a quelli prodotti da un essere umano, che possono ad esempio essere utilizzati come messaggi pubblicitari.
Un secondo interessante impiego di questa IA è nella creazione di contenuti per e-mail marketing e social media, sia per messaggi o post singoli, sia per newsletter o campagne social più articolate.
Troviamo un altro possibile sbocco nella generazione di didascalie (le cosiddette “caption”) per annunci video, che possono essere un potente strumento per interagire con gli spettatori.
Per finire, Chat GPT è integrabile sul fronte del servizio clienti perché di fatto si tratta di un chatbot (cioè un software che simula ed elabora le conversazioni umane – scritte o parlate, consentendo agli utenti di interagire con i dispositivi digitali come se stessero comunicando con una persona reale) altamente sofisticato e avanzato, che consente un alto grado di personalizzazione delle interazioni.
A volte l’impressione è di avere di fronte un copywriter con competenze di insegnante, sviluppatore, ricercatore, divulgatore, marketer e qualche altra decina di professionalità.
Tuttavia come hanno ricordato gli esperti è pur sempre un modello di IA in grado di generare dei testi sulla base dei modelli assorbiti grazie a enormi quantità di testi raccolti dal web.
Le IMPLICAZIONI LEGALI sono parecchie poiché essendo basato su un modello probabilistico, Chat GPT non può fornire sempre risposte corrette, pertinenti, argomentate.
Forse la più importante implicazione legale è individuabile in questa domanda: se si esamina il rapporto giuridico tra Chat GPT e il copyright è possibile creare contenuti senza violare il diritto d’autore?
Per cercare di rispondere a questa domanda ci sono diverse questioni legali che devono essere prese in considerazione quando si utilizza l’IA e il diritto d’autore, tra cui:
- se i sistemi di IA possono essere riconosciuti come creatori e
- se possono essere ritenuti responsabili per la violazione del copyright.
In ogni caso, le informazioni fornite non sono verificate e non possono essere ritenute tali.
Un modello generativo come quello usato da Chat GPT può in alcuni casi portare alla diffusione di informazioni false, basarsi su un’errata classificazione di contenuti ritenuti ingannevoli (pur non essendo tali), portare alla lesione della privacy di eventuali soggetti coinvolti, la configurazione di eventuali reati come diffamazione – quindi il danneggiamento della reputazione – calunnia, diffusione di informazioni discriminanti, violazione del diritto d’autore.
Sebbene la tutela del diritto d’autore si estenda generalmente alle opere creative come libri o musica, la questione diventa più complessa quando si tratta di contenuti generati dall’Intelligenza Artificiale.
Poiché i sistemi di Intelligenza Artificiale come Chat GPT apprendono da grandi quantità di dati e generano contenuti sulla base di tale addestramento, la determinazione della proprietà diventa difficile.
Le leggi sul diritto d’autore sono state istituite molto prima dell’avvento della tecnologia dell’Intelligenza Artificiale, quindi non affrontano in modo specifico gli scenari specifici creati dal suo utilizzo.
Di conseguenza, è in corso un dibattito, a cui anche il nostro Studio sta partecipando, per stabilire se un sistema di IA possa essere considerato l’autore e quindi possedere il copyright dei contenuti generati.