La frammentazione del commercio può costare fino al 7% del PIL globale
Michele Lenoci

Il Fondo monetario internazionale (FMI) ha avvertito che il costo della frammentazione del commercio varia dallo 0,2 al 7 per cento del prodotto interno lordo (PIL) mondiale, che è approssimativamente equivalente alla produzione annua combinata di Germania e Giappone; se si aggiunge il disaccoppiamento tecnologico, alcuni paesi potrebbero subire perdite fino al 12% del PIL. Il Fondo monetario internazionale (FMI) ha avvertito che il costo della frammentazione del commercio varia dallo 0,2 al 7 per cento del prodotto interno lordo (PIL) mondiale, che è approssimativamente equivalente alla produzione annua combinata di Germania e Giappone; se si aggiunge il disaccoppiamento tecnologico, alcuni paesi potrebbero subire perdite fino al 12% del PIL. Secondo l’FMI, l’impatto totale potrebbe essere anche maggiore, poiché dipende da quanti canali di frammentazione vengono presi in considerazione. Oltre alle restrizioni commerciali e agli ostacoli alla diffusione della tecnologia, la rottura potrebbe farsi sentire attraverso le restrizioni alla migrazione di frontiera, la riduzione dei flussi di capitali e un forte calo della cooperazione internazionale che lascerebbe i paesi incapaci di affrontare le sfide di un mondo più incline alla commozione cerebrale.