Una nuova strategia geopolitica: come affrontare i dazi di Trump

Le nuove tendenze protezionistiche e le possibili guerre commerciali pongono sfide sempre più complesse per le imprese che operano con l’estero. I dazi, a lungo minacciati dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, hanno provocato una guerra commerciale all’estero continuando ad aumentare la fase di incertezza.

Il “Tycoon” non è estraneo ai dazi, infatti, già la sua precedente amministrazione (2017 – 2021) era stata caratterizzata da una guerra commerciale, che aveva preso di mira in particolare la Cina, ma anche Canada e Messico costringendo questi ultimi a rinegoziare un patto commerciale nordamericano, denominato Accordo Stati Uniti-Messico-Canada, nel 2020.

Ad aprile 2025 Trump annuncia, all’evento “Liberation Day” alla Casa Bianca, dazi di ampia portata. Il tutto basato sulla seguente motivazione: AFFRONTARE UNA SITUAZIONE DI EMERGENZA nazionale ai sensi dell’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA).

Nell’annuncio dato, il dazio medio pesato per il commercio americano passa dall’1,4% degli anni di massima liberalizzazione al 28%, vicino ai livelli del periodo di protezionismo ed isolazionismo precedente alle due guerre mondiali. Viene colpita l’Asia ma anche l’UE.

Da un’analisi attenta i numeri evidenziati da Trump per giustificare tali misure non sembrano avere fondamento nella teoria economica, come non trovano fondamento gli obiettivi di tale politica protezionistica e cioè “rimpatriare” la produzione verso gli Stati Uniti e ridurre il deficit federale. Il deficit diminuirebbe solo leggermente, senza contare però gli effetti distorsivi che questa misura potrebbe avere sull’economia statunitense.

Gli economisti sottolineano che questa volta i dazi più incisivi di Trump potrebbero avere conseguenze più gravi sulle imprese e sulle economie di tutto il mondo, e che i prezzi più elevati probabilmente lasceranno i consumatori, americani in testa, a pagarne il prezzo. C’è stata anche una sensazione di contraccolpo per le continue minacce tariffarie di Trump e le relative ritorsioni osservate negli ultimi mesi.

E’ di questi giorni l’annuncio di Trump che gli USA avranno un accordo «equo» con la Cina e che i negoziati con i Paesi «vanno bene», ma la multa Ue ad Apple e Meta mina i rapporti. Il Presidente Trump pronto ad alleggerire i dazi sulle auto. In attesa dei prossimi sviluppi è chiaro però che tutta questa incertezza sulle prossime mosse di Trump non fa bene all’economia mondiale.

Il nostro Studio TUPPONI, DE MARINIS RUSSO & PARTNERS è al servizio delle imprese sia per gli aspetti contrattuali che strategici da adottare in questa fase delicata e di pianificazione oltre che di revisione della strategia di internazionalizzazione.